Revolt 2021 by Nadav Eyal

Revolt 2021 by Nadav Eyal

autore:Nadav Eyal [Eyal, Nadav]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il racconto dell’ancella

Suona un po’ come l’inizio di stagione del Racconto dell’ancella, la serie televisiva basata sul romanzo omonimo di Margaret Atwood. Il romanzo è solitamente letto come un’allegoria sullo status delle donne nella società contemporanea, ma a fronte del crollo del tasso di natalità, non sembra essere solo allegorico. Meimanat Hosseini-Chavoski, una demografa iraniano-australiana, è stata arrestata in Iran nel 2018 per aver pubblicato una ricerca sulla rapida diminuzione delle nascite nel paese. Il leader spirituale iraniano, Ali Khamenei, è preoccupato dal declino della fecondità. Il governo dunque non solo arresta i demografi (Chavoski è stata rilasciata nel 2019) ma incoraggia inoltre la poligamia, rende più difficili i divorzi, gonfia artificiosamente il prezzo delle pillole anticoncezionali e permette il matrimonio tra minori. Nessuna di queste misure nel decennio passato ha dato una significativa spinta al tasso di natalità, ma si confanno alla teocrazia patriarcale iraniana, e a quella della Repubblica di Gilead della Atwood. In Ungheria, il governo nazionalista di Viktor Orbán annuncia “bambini ungheresi” e “valori cristiani”, mentre cerca di far crescere i tassi di natalità (l’attuale tasso di fecondità è 1,5) attraverso sussidi alla casa e tre anni di congedo genitoriale.

Le società democratiche sono riluttanti nell’interferire o cercare di influenzare le scelte riproduttive fatte dagli individui. Collegare tali scelte agli interessi nazionali ha maggiori ripercussioni morali ed evoca gli spettri dei regimi totalitari e autoritari. La mancanza di figli non è eticamente sbagliata infatti, e all’interno di una società liberale il livello di sostituzione non può divenire una richiesta legale o morale avanzata alle coppie. Ciononostante, i governi sono talmente preoccupati da lanciarsi nel business dei siti di incontro. Il tasso di natalità in Corea del Sud è il più basso di tutti i paesi sviluppati, appena 0,98 nascite per donna,26 e dal 2006 il governo sudcoreano ha investito più di 130 miliardi nel tentativo disperato di alzarlo.27 Paga le donne per ogni nascita e le rimborsa di alcune spese. Le università del paese offrono corsi facoltativi riguardanti il sesso, l’amore e le relazioni sane, corsi che includono appuntamenti fra gli studenti, lo stato sussidia i siti di incontri e le attività sociali e culturali in cui i single si ritrovano fra loro, offre bonus alle coppie con neonati, e porta avanti una campagna educativa per promuovere le nascite.

Nessuna di queste politiche è stata particolarmente efficace. Quando viene chiesto loro perché non fanno bambini, o perché non ne fanno di più, i sudcoreani solitamente citano il fardello economico. Un esempio: le famiglie a Seul spendono il 16% del loro reddito per tutor privati che seguano i figli in età scolare. Sempre più giovani coreani stanno rinunciando al corteggiamento, al matrimonio e alla genitorialità. Si autodefiniscono la generazione Sampo (della rinuncia).

Per tutta la storia, i governanti si sono cimentati con le politiche di natalità, mirando ad allargare o ridurre le loro popolazioni o specifiche fasce. Le politiche che divergono da un omicidio di massa sono generalmente fallite. L’impero romano ha affrontato il calo della natalità nelle sue élite per vari secoli, e secondo alcune analisi questa è stata la causa della sua caduta.



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